Storia
Francofonte è una città della Sicilia in provincia di Siracusa. Sorge parte sulla sommità e parte sulle pendici di una collina a 281 metri sul livello del mare, si estende per una superficie di 74 Kmq di cui 4800 ettari circa in agrumeto. Il territorio fertile era nel passato coltivato a vigneti, riso, canapa, grano e ulivo, oggi invece la sua economia è basata principalmente sull’agricoltura e specificatamente sulla coltura dell’arancio con produzione della varietà “Tarocco”. Il territorio di Francofonte confina con i territori di Lentini, Carlentini, Buccheri, Vizzini, Militello e Scordia.
Francofonte sorge su un cucuzzolo vulcanico nel feudo una volta chiamato Bulfida, oggi Borgesia. Ignoti sono particola
ri e circostanze della sua fondazione, perché sorse in un periodo molto oscuro della storia di Sicilia, in cui mancava un potere centrale, che regolasse il sorgere e l’evoluzione di avvenimenti.
I feudi passavano da un signore all’altro, tra gran confusione e quasi sempre per forza d’armi. Lo storico Rocco Pirro (sec. XVI) riferisce che fondatore sia stato Artale Alagona, nobile di origine catalana, nato a Catania verso il 1282 dal matrimonio tra Blasco Alagona e la sorella del conte di Augusta, Costanza Moncada. Il padre di Artale, Blasco, si era stanziato in Sicilia al seguito di re Pie
tro III d’Aragona e il feudo Bulfida (oggi Borgesia) era stato portato in dote da Costanza Moncada e quindi era pervenuto ad Artale Alagona per eredità.
La notizia più antica e documentata su Francofonte ci viene fornita dalla « Rationes decimarum » (Biblioteca Apostolica Vaticana) ed è del 1366. Parla di Francofonte, non come un abitato ma come un fortilizio: « fortalicium Francofontis ».
È stata convinzione generale che i ruderi, che si possono ancora osservare in contrada Gadera, fossero quelli di una Francofonte più antica, che portava nome Idria. Pare che non sia così perché i ruderi di « Gadera » sono quelli di un fortilizio costruito verso il 1307 da Giovanni De Lamia di Lentini, le cui proprietà comprendevano il Feudo Cadra. Ad alimentare questa supposizione sono stati alcuni scrittori umanistici del XVI sec. che hanno creduto di individuare in «Cadra » i resti dell’antica Hydra segnata da Claudio Tolomeo nella sua geografia.
Il Mùller, nel commento della Geografia di Tolomeo (1883), e Paolo Orsi (1916) sostennero che gli antichi avanzi delle contrade del Feudo Cadra non lasciano ritenere l’esistenza di un centro importante e tale da attrarre l’attenzione di Claudio Tolomeo, centro che peraltro doveva essere ancora in vita nel II sec. d. C. E’ stato invece accertato che presso « Cadra » esisteva un nucleo abitativo attorno al fortilizio, ma pare non fosse stabile perché la zona era malsana e tormentata dalla malaria. Infatti Cadra è parola araba il cui significato è: palude – stagno. Comunque, Francofonte è nel 1366 un fortilizio che Artale Alagona, Gran Giustiziere del Regno, fece erigere per meglio difendersi da eventuali incursioni di signorotti che possedevano feudi a confine con i suoi. Il nome, da più accreditate fonti, pare sia dovuto a questo: « franco » si intende un posto che è esente da servizi o balzelli e « fonte » deve intendersi nel significato di acqua.
Quindi Francofonte, nel suo insieme, significa: posto ricco di acqua di cui ognuno può usufruire senza dover pagare tasse. Lo storico Tommaso Fazello, nel 1558, scriveva: « Francofonte celebre e novella terra ed insigne per le abbondanti fonti che all’interno scaturiscono.. ».
Contrariamente a quanto riportano le « Rationes Decimarum » che descrivevano Francofonte come un fortilizio disabitato, alla data del 1366 vi erano insediate già 80 famiglie con circa 400 abitanti ed era più grande di altri paesi, come Palagonia in cui vivevano 70 famiglie e Occhialà (ora Grammichele) in cui ve n’erano addirittura 30. Francofonte prosperò in breve tempo ed il maggior incremento demografico Io ebbe nel 1394 quando i Feudi Cadra e Bulfida (Borgesia) passarono sotto il dominio di Giovanni Cruyllas, il quale volle che Francofonte crescesse di popolazione così che egli potesse avere maggiori rendite fondiarie e quindi fiscali.
Giovanni Cruyllas propagò un regio privilegio (inesistente) di immunità per tutti coloro che venivano a rifugiarsi a Francofonte e vi ponessero stabile dimora. É certo, comunque, che con molta lungimiranza assegnò ai francofontesi e ai molti coloni provenienti da paesi vicini appezzamenti di terreno in « … censo perpetuo… » perché con ciò « … crescessero i vassalli.., ed egli stesso ne avesse utilità ». Ciò conferma quanto riportano i « riveli » del 1569 e cioè che Francofonte contava già 827 famiglie e 3099 abitanti.
Al miglioramento economico si accompagnò l’ incremento demografico ed edilizio e Francofonte ebbe un primo assetto urbanistico. Nacquero veri e propri quartieri che presero il nome dalla loro posizione o dalle chiese attorno alle quali sorsero:
- di« Santo Antoni » era detto il quartiere composto da un gruppo di case costruite attorno alla Chiesa Madre, che come sappiamo è dedicata a S. Antonio Abate;
- venne chiamato« Fila » quello che comprendeva le abitazioni costruite a ridosso di S. Antoni e a filo del costone che dà, quasi a precipizio, sul torrente Canali;
- in prosieguo c’era il quartiere« Bucceria » (canale e ponte);
- ruotando, quest’ultimo, si congiungeva con il quartiere« Quatri », detto così perché esso faceva quadrato a un bel giardino con fontana (l’attuale P. Dante e dintorni);
- a completare un cerchio ideale sorsero il quartiere« Santa Croce » attorno alla chiesetta ottagonale che attualmente si può ammirare, in malridotte condizioni;
- e« Livìto » che si espande fino alla estremità del paese.
Il territorio, come sappiamo, era diviso e frazionato in numerosi lotti e quasi tutta la popolazione era composta da contadini e allevatori di bestiame. Esistevano però delle distinzioni sociali che il popolo stesso aveva creato:
- Massari: erano gli allevatori di bestiame, dal quale traevano il cespite principale della loro ricchezza;
- I Nobili homini: non erano nobili nel senso proprio della parola, ma con questa dizione venivano indicate persone evolute economicamente, cioè contadini che erano divenuti ricchi;
- I Boni homini: erano tutti i « mastri » in genere, operai ed artigiani;
- I Magnifici: erano coloro che ricoprivano cariche pubbliche.
Nel XV secolo, cui fa riferimento questa classificazione sociale, non c’erano a Francofonte persone che avevano studiato e non esistevano, in conseguenza, laureati. Per avere notizie di qualche francofontese addottorato si dovrà aspettare ancora un secolo.
Testi curati da: A. Scuccia
Realizzazione grafica e adattamento testi:
Carnibella Salvatore, Gissara Daniela, Negrini Salvatrice, Raiti Rossana Tecla
SERVIZIO CIVILE NAZIONALE – Prog. Miglioriamo Francofonte 2009
BIBLIOGRAFIA: Archivio storico biblioteca comunale
O.L.P.: Marino Giancarlo